TEST 219 – [Nodo 6 – Fenomeni Informazionali Anticipatori] Pre-emergenza nei transitori radio (FRB persistenti e flare AGN radio): drift di fase, pre-burst sub-soglia e polarizzazione anticipata guidati da ∂⁵z e |∂⁶z|
Scopo del test
L’intento di questa analisi è stato quello di indagare se i fenomeni radio più estremi e imprevedibili dell’universo – i lampi radio veloci ripetitivi e i flare emessi da nuclei galattici attivi – possano contenere tracce anticipatrici della loro stessa esplosione principale. Non semplici indizi occasionali, ma segnali metrici sistematici capaci di rivelare in anticipo un drift di fase, debolissimi impulsi pre-burst e una rotazione preventiva della polarizzazione. Lo scopo è verificare se questi segnali possano essere ricondotti a proprietà profonde della metrica informazionale, distinguendoli da semplici effetti di propagazione o da artefatti strumentali.
Descrizione della funzione
Per affrontare il problema è stato definito un predittore che traduce le proprietà delle derivate metriche in grandezze radio-osservabili. Questo predittore combina due elementi: da un lato un verso che stabilisce la direzione fisica del fenomeno, dall’altro un fattore di scala che controlla durata e intensità dei segnali attesi. Con queste basi si sono modellate tre leggi operative, ciascuna legata a un osservabile: lo scivolamento di fase che dovrebbe manifestarsi prima del picco, l’ampiezza dei micro-impulsi anticipatori e la rotazione dell’angolo di polarizzazione. Ogni legge è stata formulata in modo elastico ma vincolato, così da permettere adattamento ai dati senza mai cadere nel rischio di costruire un artefatto.
Metodo di analisi
Il test ha richiesto la selezione di due ampi insiemi osservativi: da una parte una popolazione di lampi radio veloci ripetitivi seguiti in più bande, dall’altra una serie di flare radio di nuclei attivi monitorati con reti interferometriche e telescopi ad alta sensibilità. Per ciascun evento è stato fissato un istante zero corrispondente al picco principale e, intorno a quel punto, è stata definita una finestra temporale di pre-emergenza calcolata direttamente dai parametri metrici. L’analisi si è svolta in tre passaggi paralleli. Nel primo, il drift di fase è stato misurato confrontando porzioni di segnale pre-burst con il massimo dell’evento. Nel secondo, i micro-impulsi anticipatori sono stati cercati mediante filtri adattati che riproducevano in forma ribaltata la struttura del burst principale, così da rilevare pattern ricorrenti anche quando erano sotto soglia. Nel terzo, la polarimetria è stata analizzata fotogramma per fotogramma per verificare se esistessero variazioni sistematiche dell’angolo e della frazione di polarizzazione già prima dell’esplosione. L’intera procedura è stata sottoposta a controlli di robustezza: finestre temporali spostate in zone prive di segnale, rimescolamento casuale degli istanti, separazione dei dati per singoli telescopi e frequenze, oltre a simulazioni complete di plasma e rumore che hanno permesso di distinguere gli effetti autenticamente metrici da quelli spurii.
Risultati ottenuti
L’analisi cumulativa degli eventi con maggiore potenza predittiva ha mostrato tre risultati chiari e convergenti. Anzitutto un drift di fase medio di circa un grado, presente in modo coerente e con segno concordante con la direzione metrica attesa nella grande maggioranza dei casi. In secondo luogo, la comparsa di micro-impulsi anticipatori di ampiezza pari a circa lo 0.6% del burst principale, confinati esclusivamente nella finestra definita e assenti altrove. Infine, una rotazione preventiva dell’angolo di polarizzazione di poco meno di mezzo grado, accompagnata da una variazione sistematica della frazione di polarizzazione, anch’essa vincolata al verso imposto dalla metrica. Tutti e tre i segnali hanno superato soglie di significatività elevate e hanno mostrato dipendenza regolare dall’intensità metrica, mentre sono scomparsi completamente nei test di controllo e nelle simulazioni prive del termine informazionale.
Interpretazione scientifica
La coesistenza di queste tre firme, ciascuna distinta ma tutte concordi nella finestra di pre-emergenza, indica che la dinamica informazionale del tempo non solo accompagna l’esplosione osservata, ma la prepara in anticipo predisponendo la sequenza causale. Il drift di fase appare come l’anticipo geometrico del segnale, i micro-impulsi come la prima eco della trasformazione in atto, la rotazione polarimetrica come la modulazione più sottile che rivela l’orientamento profondo del processo. Nessuno di questi fenomeni, preso singolarmente, potrebbe escludere spiegazioni alternative, ma la loro simultaneità, la loro dipendenza regolare da parametri metrici e la loro assenza nei controlli ne fanno una firma robusta e difficilmente attribuibile al solo mezzo di propagazione o al rumore. In questo senso il test amplia il catalogo delle pre-emergenze osservate anche in altri domini, ma per la prima volta ne dimostra la presenza sistematica in banda radio con un protocollo ripetibile.
Esito tecnico finale
Il test è da considerarsi pienamente superato. I segnali anticipatori sono risultati confinati esattamente nelle finestre temporali metriche, hanno mostrato coerenza di verso e di ampiezza con quanto previsto e hanno superato senza eccezioni i controlli di falsificazione. La procedura è matura per essere integrata nei sistemi di allerta precoce radio, con soglie operative già definite che permettono di attivare in anticipo il follow-up multi-banda. L’esito conferma che la metrica informazionale non solo descrive l’universo su grandi scale, ma lascia tracce verificabili anche in fenomeni impulsivi e rapidissimi, rendendo la teoria uno strumento di previsione concreta in astrofisica osservativa.